Dispositivi di protezione individuale (dpi): come riconoscere quelli non conformi

Dispositivi di protezione individuale (dpi): come riconoscere quelli non conformi

L’espressione “dispositivo di produzione individuale (DPI)” è largamente utilizzata in questi giorni poiché la diffusione della pandemia ha portato l’attenzione su alcuni di questi prodotti, in particolare sulle oramai famigerate “mascherine”.

Ma cosa è un DPI?

La definizione di dispositivo di produzione individuale stabilisce che essi sono prodotti indossati o tenuti da una persona per proteggersi da uno o più rischi per la sua salute o sicurezza. È chiaro che la categoria è molto vasta e comprende guanti protettivi di vario genere (da quelli in lattice a quelli che proteggono da alte o basse temperature),  dispositivi di protezione dal rumore. Anche le mascherine filtranti di tipo FFP2 e FFP3 sono incluse in questa definizione.

Ma come possiamo capire se sono conformi o meno?

Innanzitutto è bene precisare che tutti i DPI rientrano nel campo di applicazione di un regolamento dell’Unione Europea, che stabilisce che tutti debbano essere marcati CE. Quindi trovarsi di fronte ad un prodotto senza marcatura CE deve far sorgere più di un sospetto. In aggiunta a ciò, le mascherine filtranti di tipo FFP2 e FFP3 sono dei DPI di categoria di rischio elevata e vicino al marchio CE devono presentare anche un numero di 4 cifre che identifica l’ente terzo che ha valutato la conformità dei DPI stessi (che in termini tecnici si chiama “Organismo Notificato”).

In seguito allo scoppio della pandemia di Covid19, l’Unione Europea, per riuscire a soddisfare il drastico aumento della richiesta di DPI utili per combattere tale malattia, ha compreso che fosse necessario prendere provvedimenti.

In questa ottica, ha suggerito agli Stati Membri di utilizzare procedure in deroga per favorire la commercializzazione di DPI non marcati CE, ma che garantiscano un adeguato livello di salute e sicurezza. Quindi, fino alla fine dell’emergenza sanitaria, sarà possibile trovare sul mercato anche mascherine filtranti di tipo FFP2 e FFP3 non marcate CE, ma valide perché hanno ottenuto approvazione da parte dell’INAIL. Se da un lato si vuole andare incontro alle richieste, dall’altro si creano problemi, dato che ora diventa ancor più complicato capire quando una mascherina è conforme e quando no.

Senza dubbio, ci sono alcuni aspetti che danno garanzie sulla conformità di un prodotto, ossia:

  • la presenza di un marchio CE con un numero di 4 cifre vicino;
  • la presenza di informazioni, riportato sulla scatola o su eventuali istruzioni per l’uso in lingua italiana.

Nel caso in cui non siano rispettati tali requisiti, è possibile che vi troviate di fronte a un prodotto non conforme che, in quanto tale, non vi garantisce la sicurezza prevista dalle relative norme vigenti.

Foto di ElisaRiva da Pixabay 

Sante Di Renzo

Nel 1985 ho dato l’avvio ad una Agenzia di Affari Regolatori (Di Renzo Regulatory Affairs) che è, fortunatamente, in continua espansione, in Italia e all’estero.

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